Covid-19: quanto è esposto il malato oncologico? Facciamo chiarezza

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il beneficio maggiore per il paziente è sempre quello di continuare la chemioterapia

Il COVID-19 è una patologia comparsa a dicembre 2019 che da epidemia nazionale si è rapidamente trasformata in pandemia mondiale gettando nello sconforto molte categorie di utenti, soprattutto i più fragili psicologicamente come i malati di cancro in atto o pregresso; i suggerimenti che si possono dare non sono molti soprattutto per l’assenza attuale di dati epidemiologici certi, tuttavia si possono ribadire concetti essenziali:

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il sistema immunitario del nostro organismo è impreparato a reagire ad un virus che non ha mai conosciuto e contro il quale non ha in memoria anticorpi e questa deficienza è ancora più accentuata nei soggetti già di base immunodepressi naturalmente per età avanzata o per patologie pregresse, in tali soggetti pertanto è maggiore il rischio di complicanze.

In realtà non ci sono evidenze per le quali il malato oncologico sia di per se maggiormente esposto all’infezione da COVID 19 come ad altre malattie infettive, tranne nel caso in cui il tumore o la sua terapia sia tale da ridurre l’attività del sistema immunitario; è indubbio d’altro canto che la chemioterapia in atto determini quasi sempre una immunodepressione.

Occorre sottolineare comunque che, nonostante sia lecito pensare che l’immunodeficienza transitoria provocata dalla chemioterapia possa rendere l’individuo più suscettibile all’infezione, nell’analisi costo beneficio, il beneficio maggiore per il paziente è sempre quello di continuare la chemioterapia. Situazione diversa è l’aver già contratto l’infezione da COVID 19 in corso di chemioterapia, nel qual caso la prosecuzione della terapia stessa, verrà valutata dall’oncologo con l’attenta analisi di tutte le variabili (età, tipo di tumore, localizzazione, cicli di chemioterapia effettuati, condizioni generali del paziente, ecc.)

Le regole da adottare quindi sono quelle consigliate dal Ministero della Salute (locandina a fianco), sottolineando l’allontanamento anche dai familiari nel caso in cui questi presentassero tosse, febbre o sintomi di malattia respiratoria; si suggerisce inoltre di postergare eventuali controlli ospedalieri ambulatoriali non indispensabili, qualora non differiti dagli stessi Ospedali, a misura di ulteriore protezione.